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L’inflazione continua a crescere

Il costo della vita continua a salire, sale l’inflazione. Le motivazioni sono varie e molto complesse. Ne abbiamo identificate tre, di diversa natura.

Il costo della vita continua a salire, la cosa è sempre più evidente. Lo vediamo facendo la spesa, facendo il pieno dell’automobile, bevendo un drink con gli amici. Nel complesso la maggioranza dei beni è aumentata di prezzo. Sale il tasso di inflazione.

 

Cos’è l’inflazione?

I prezzi dei beni e dei servizi subiscono diverse variazioni all’interno di un’economia di mercato. Questo è perfettamente normale. Alcuni bene aumentano di prezzi, mentre altri diminuiscono, a seconda di diversi fattori. Parliamo di inflazione quando il rincaro è generalizzato e non si riferisce più a delle singole voci di spesa. La cosa implica quindi che con una data valuta si possono acquistare meno beni e meno servizi rispetto al passato. L’inflazione è una riduzione del valore della moneta nel tempo.
Un tempo, questo termine veniva utilizzato diversamente. Serviva infatti per indicare un’alta circolazione di moneta all’interno di un sistema economico, con la sua conseguente svalutazione. Oggi l’elevata circolazione di moneta è considerata una delle cause dell’inflazione, ma non l’unica.

 

Perché l’inflazione sale?

Negli ultimi anni l’inflazione è stata piuttosto bassa, persino sotto la soglia del 2%, fissata come obiettivo dalla Banca Centrale Europea per mantenere la stabilità dei prezzi e buone condizioni per la crescita occupazionale ed economica dell’Eurozona. Nel 2015 l’inflazione è arrivata allo 0%, nel 2016 e nel 2020 abbiamo toccato addirittura una deflazione del -0,1%. Tuttavia, tra agosto, settembre e ottobre del 2021 l’inflazione ha iniziato la sua impennata, fino ad arrivare nel 2022 a toccare i suoi massimi da oltre 20 anni. Secondo gli economisti i motivi principali sono fondamentalmente tre: la rapida riapertura delle attività economiche dopo mesi di stop da pandemia, il rincaro dei beni energetici e un fisiologico “effetto base”.

 

1. L’improvvisa ripresa dell’attività economica dopo lo shock pandemico

I mesi più duri della pandemia hanno portato a un improvviso stop delle attività economiche con effetti piuttosto drammatici per l’economia globale. Con l’avvento delle riaperture è tornato l’ottimismo e tante persone hanno ripreso a spendere per tornare alla normalità. Siamo tornati a viaggiare, a mangiare al ristorante, a iscriverci in palestra, eccetera. Molti hanno iniziato a spendere il denaro che non avevano potuto spendere durante il lockdown e l’economia ha visto quindi una clamorosa ripresa. Tuttavia, l’aumento improvviso della richiesta ha portato un aumento dei prezzi in molti settori. Il fenomeno non è stato omogeneo. Molte aziende hanno faticato a soddisfare l’improvviso aumento della domanda dopo mesi di semi-inattività. La catena di approvvigionamento ha risentito molto duramente degli effetti della pandemia e tanti fattori hanno influito in questo senso. Basti solo pensare che l’improvviso aumento della domanda ha reso difficile reperire componenti fondamentali come i semiconduttori, oppure che le carenze di container hanno aumentato di molto il costo del trasporto delle merci, rallentando tutta la catena.

2. Il rincaro dell’energia

Sul fronte dell’approvvigionamento energetico ci siamo ritrovati, purtroppo, di fronte a una tempesta perfetta. Tra il 2020 e il 2021 si sono susseguiti diversi eventi catastrofici. Un inverno particolarmente freddo ha portato a un significativo impoverimento delle nostre riserve di petrolio e di gas. La siccità ha influito direttamente sulla produzione energetica delle centrali idroelettriche, soprattutto in Brasile. La minore intensità dei venti ha portato un calo della produzione di energia eolica in Regno Unito. Infine, l’invasione russa dell’Ucraina e la forte tensione politica nell’area hanno contribuito a un significativo aumento del costo del gas, del petrolio, e non solo.

3. L’effetto base

Bisogna comunque osservare che nel periodo della pandemia i prezzi hanno visto un ribasso del tutto eccezionale. È chiaro che rispetto a prezzi così bassi quelli di oggi siano particolarmente elevati. Questo è quello che gli economisti definiscono come “effetto base”. La cosa non può che essere tenuta da conto, tuttavia l’inflazione sta continuando a salire.

 

Quali previsioni per il futuro?

In questo momento diventa molto difficile fare previsioni per il futuro. Le catene di approvvigionamento continuano ancora a risentire dello stop pandemico. A questo si è sommato il conflitto in Ucraina, evento drammatico che ha aperto la strada a nuove incertezze. Difficile comprendere l’esito finale di questa contesa, ancora più complesso prevedere le conseguenze economiche più o meno dirette di questa crisi. Al momento le ripercussioni sono forti non solo sul mercato energetico, ma anche su quello agroalimentare e tutta la sua filiera. Il caldo record e la siccità non lasciano sperare in miglioramenti.

Nel frattempo, la presidente della BCE Christine Lagarde ha annunciato un rialzo dello 0,25% sui tassi d’interesse per combattere l’inflazione. È previsto un secondo rialzo, che verrà modulato in base ai risultati ottenuti da questo primo aumento. La cosa ha fatto molto discutere. Questo porterà sicuramente a un contenimento dell’inflazione, ma in molti temono un calo della domanda di beni e servizi in un momento storico-economico tanto delicato.

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