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Pagamenti digitali: il divario tra Italia ed Europa

L’Italia si conferma essere un Paese fortemente dipendente dall’utilizzo del contante. Si colloca al 24esimo posto su 27 Paesi UE nella classifica dei Paesi che utilizzano maggiormente i pagamenti digitali, precedendo solamente la Romania e la Bulgaria. La Community Cashless Society ha elaborato il Cahless Society Speedometere (CSS), che è l’indicatore  che misura la velocità con cui i Paesi Europei si muovono verso un progressivo minor utilizzo del contante. È emerso che nel 2020 in Italia sono state effettuate in media 61,5 transazioni pro capite, mentre la media Europea è di 142 transazioni. Il Paese Europeo che registra il maggior numero di transazioni pro capite è il Lussemburgo con 359, seguito da Finlandia con 348 e Svezia con 328. L’Italia si trova in fondo a questa classifica, nonostante però sia in aumento il numero di Italiani che utilizza pagamenti digitali. Infatti nel 2021, 7 Italiani su 10 hanno espresso la volontà di fare un maggior utilizzo di pagamenti digitali ed il 57% ne ha effettivamente aumentato l’utilizzo. Rispetto agli altri Paesi Europei, gli ostacoli principali che si riscontrano in Italia sono legati alla paura delle frodi e a problemi di accettazione dei pagamenti digitali da parte degli esercenti.

Quali sono i pagamenti digitali più utilizzati?

Uno studio condotto dalla Banca Centrale Europea ha coinvolto circa 40 mila consumatori nei Paesi dell’Area Euro mettendo a confronto le preferenze degli strumenti di pagamento online della popolazione Europea con quella dei singoli Paesi. Nel dettaglio, per quanto riguarda l’Italia, lo strumento di pagamento digitale più diffuso sono le carte di pagamento utilizzate nel 54% delle transazioni. Subito dopo gli e-payment, cioè piattaforme di pagamento digitale come i digital wallet, che sono utilizzati nel 28% dei pagamenti di tipo digitale. Si registra anche un 6% di pagamenti che vengono finalizzati in contanti dopo aver fatto un ordine online. In questo caso la percentuale di utenti che utilizza questa forma di pagamento è maggior rispetto alla media europea che è pari al 4%. Dal sondaggio è emerso anche che il 90% degli Italiani ha accesso a carte di pagamento ed il 47% ha un account su piattaforme di pagamento digitali. In particolare tra le carte di pagamento le più utilizzate sono le carte di credito, seguito dalle carte prepagate e dalle carte di debito.

Differenza tra Regioni e Città Metropolitane Italiane

Oltre ad esserci differenze sull’utilizzo dei pagamenti digitali tra Italia e altri Paesi Europei, all’interno dell’Italia esistono notevoli differenze tra le Regioni e tra le Città Metropolitane. Il Regional Cashless Index 2022, monitora l’incidenza del contante sull’economia e conferma, rispetto all’anno precedente, il primato della Lombardia come regione che utilizza maggiormente i pagamenti digitali. A seguire Piemonte e Toscana, mentre a chiudere la classifica Molise e Basilicata, che rappresentano quindi le Regioni Italiane a maggior incidenza di contante sul totale delle transazioni. A livello di Città, invece, Firenze risulta essere la Città in cui il contante ha un’incidenza minore. A seguire Milano e Genova. L’indice prende in considerazioni non tutte le città Italiane ma solo le Città Metropolitane. Le ultime sei posizioni sono occupate da Città metropolitane del Sud Italia, segno che ancora c’è una minore propensione all’utilizzo dei pagamenti digitali rispetto ad altre aree del Paese.

Secondo gli esperti, in Italia il Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza (PNRR) potrebbe avere effetti positivi sull’aumento dei pagamenti digitali. Le aree di intervento del Pnrr che potrebbero favorire queste tipologie di pagamenti sono la digitalizzazione di pubblica amministrazione, sanità e turismo ed il rinnovo delle flotte del trasporto pubblico locale.

Photo Credits

Foto di Rupixen da Pixabay

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