Pensione Opzione Donna
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Opzione Donna, le regole nel 2022

La legge di Bilancio 2022 ha confermato il regime speciale “Opzione donna” per garantire maggiore flessibilità alle donne che escono dal lavoro nel corso del 2022

La legge di Bilancio 2022 (l. n. 234 / 2022) ha confermato il regime speciale “Opzione donna” per garantire maggiore flessibilità alle donne che escono dal lavoro nel corso del 2022. Questo regime è riservato alle lavoratrici dipendenti nate fino al 1963 e alle lavoratrici autonome nate fino al 1962. “Opzione donna” garantisce maggiore flessibilità in uscita rispetto al regime ordinario, ma presenta delle penalizzazioni per quanto concerne le modalità di calcolo del trattamento pensionistico. A prescindere dalla storia contributiva della lavoratrice, infatti, il trattamento pensionistico verrà ricalcolato col sistema contributivo. Vediamo la cosa più nel dettaglio.

 

Più flessibilità in uscita

Ha molto fatto discutere la nuova “quota 102”, una forma anticipata di pensionamento che consentirà di andare in pensione con 64 anni d’età e 38 anni di contributi versati. Il Governo vuole infatti garantire più flessibilità in uscita a determinate categorie di lavoratori, prorogando soluzioni già proposte negli scorsi anni come l’APE sociale e Opzione donna. In particolare, quest’ultima consentirebbe alle lavoratrici di sesso femminile di anticipare di alcuni anni il pensionamento rispetto alle regole ordinarie, nel caso abbiano un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e che siano iscritte all’assicurazione generale obbligatoria o alle gestioni esclusive o sostitutive di questa.

 

I requisiti per accedere a Opzione Donna

I requisiti d’accesso a questo regime sperimentale restano quelli già previsti dalla proroga dello scorso anno, con un regime differenziato tra lavoratrici dipendenti e autonome. Le lavoratrici dipendenti potranno accedere a opzione donna avendo maturato entro il 31 dicembre 2021 58 anni di età anagrafica e 35 anni di contribuiti versati. Le lavoratrici autonome, invece, dovranno aver maturato 59 anni di età anagrafica. Gli anni di contributi versati rimangono sempre 35. Durante il 2022 potranno quindi accedere a Opzione Donna le dipendenti nate nel 1963 e le autonome classe 1962. Per il calcolo dei contribuiti saranno utili i contributi obbligatori, da riscatto, da ricongiunzione, volontari e figurativi, ma non quelli accreditati per malattia e disoccupazione.

 

Le penalizzazioni nel ricalcolo

Opzione donna offre sicuramente maggiore flessibilità rispetto al regime ordinario, ma bisogna considerare i meccanismi del calcolo e della decorrenza del trattamento pensionistico rispetto alla data di raggiungimento dei requisiti.
Con Opzione donna si dovrà accettare il ricalcolo del trattamento pensionistico esclusivamente col sistema contributivo, indipendentemente dalla propria storia contributiva. Per quanto concerne la decorrenza del trattamento pensionistico, invece, è in vigore una finestra mobile. L’erogazione del trattamento pensionistico slitta quindi alla data di maturazione dei requisiti: 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonomo.

 

Come presentare la domanda

Occorre presentare la domanda online all’INPS attraverso l’apposito servizio. In alternativa, si possono contattare enti di patronato e intermediari dell’INPS attraverso i servizi telematici da questi offerti, oppure il numero 803 164 (gratuito da rete fissa) e 06 164 164 da rete mobile.

 

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Foto CC0 Dominio pubblico di Pxhere

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