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Il mercato dell’energia nucleare in Europa

Negli ultimi mesi il conflitto Russo – Ucraino ha posto l’Unione Europea di fronte ad un grande interrogativo: è necessaria una nuova politica energetica per affrontare la carenza di energia e ridurre la dipendenza energetica dell’Europa da paesi Esteri come la Russia? La riduzione delle forniture di gas provenienti dalla Russia ha riacceso il dibattito sul nucleare visto che per alcuni Paesi sarebbe la soluzione a questi problemi, mentre per altri sarebbe un enorme rischio. Chi sostiene il nucleare afferma che si tratta di una fonte sostenibile e sicura, mentre gli oppositori affermano che l’utilizzo del nucleare sia nocivo per la salute e per l’ambiente, e che non esiste un modo sicuro per lo smaltimento delle scorie radioattive. Ma cos’è nel dettaglio l’energia nucleare? È l’energia liberata durante le trasformazioni di nuclei atomici che avvengono attraverso processi di fissione o di fusione. La produzione di energia nucleare si basa su un reattore nel quale si innescano reazioni di fissione del combustibile, liberando la componente termica che viene convertita per essere sfruttata per la produzione di energia elettrica.

Paesi Pro Nucleare e Paesi contrari

Attualmente in Europa i paesi che hanno reattori nucleari sono 13: Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia. Tra questi il maggior produttore è la Francia che, insieme agli altri Paesi, sta spingendo affinchè il nucleare venga considerato come energia verde sulla quale investire. I paesi pro nucleare sostengono che oggi esso sia imprescindibile per soddisfare la richiesta energetica europea. Tra questi però, ci sono Paesi come la Spagna, la Germania ed il Belgio che pur avendo le centrali nucleari le dismetteranno nei prossimi anni. I Paesi che non producono energia nucleare sono invece 14: Danimarca, Estonia, Irlanda, Grecia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Austria, Polonia e Portogallo. Questi Paesi sono contrari principalmente per i possibili rischi che comporta la produzione di energia nucleare e per il problema dello smaltimento delle scorie. Tra coloro i quali non producono energia nucleare, però, Polonia ed Estonia rientrano tra quei Paesi che stanno valutando la costruzione di centrali nucleari in futuro.

I numeri del nucleare in Europa

Attualmente in Europa sono presenti 103 reattori nucleari attivi che producono un quarto dell’elettricità totale ovvero il 24,6%. Tra il 2006 ed il 2020 la produzione però, è gradualmente calata del 25,2% complessivamente, ma non per quanto riguarda invece la Francia che, avendo investito molto sul nucleare, ha oltre la metà dei reattori dell’intera Europa (56 su 103), produce il 52% di tutta l’energia nucleare europea ed il 70% dell’energia elettrica del Paese proviene dal nucleare. La Francia inoltre punta ad accrescere i volumi di energia nucleare di 10 volte entro il 2050 con la costruzione di nuove centrali e nuovi reattori per garantire una sempre maggiore indipendenza energetica dai Paesi esteri. A seguire per energia nucleare prodotto ci sono la Germania e la Spagna con il 9% ciascuna e la Svezia con il 7%. Altro Paese, oltre la Francia, la cui maggior parte dell’energia elettrica proviene dal nucleare è la Slovacchia con il 54% di elettricità prodotta grazie alla fissione.

 

In conclusione, anche se i Paesi Europei decidessero di puntare in maniera decisa sul nucleare sarebbero necessari grandi investimenti e tempi lunghi che non risolverebbero nell’immediato la crisi energetica. La costruzione di una nuova centrale nucleare richiede in media 10 anni quindi un Paese che attualmente non ha centrali nucleari inizierebbe a vedere i risultati tra almeno 10 anni. In ogni caso sarebbe un punto di partenza per avere in futuro una maggiore indipendenza energetica dagli altri Paesi esteri.

 

Photo Credits

Foto di Wostemme da Pixabay

 

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