Trasformare l’acqua in idrogeno verde
in

Green Indipendece, la startup italiana che imita la fotosintesi per trasformare l’acqua in idrogeno verde

La New Artifical Leaf della startup italiana Green Indipendece prospetta di trasformare l’acqua in idrogeno verde seguendo i processi chimici della fotosintesi.

Quando gli esseri umani vogliono risolvere un problema possono sempre imparare dalla natura. Il mondo naturale ci offre “soluzioni” geniali che possono essere studiate e replicate con cura. Lo sanno bene le menti di Green Indipendence, una startup pugliese climate tech fondata nell’agosto del 2020 in partnership con il Politecnico di Torino. Ispirandosi al mondo vegetale hanno progettato un sistema rivoluzionario per decentralizzare la produzione e lo stoccaggio di idrogeno verde.

 

Come funziona la New Artificial Leaf

La nuova tecnologia sviluppata da Green Indipendence prende il nome di NAL, ovvero di New Artificial Leaf. È un’evoluzione del pannello solare. Questo, esattamente come una foglia è in grado di immagazzinare energia solare per conservarla e trasformarla. Questo dispositivo permette di produrre energia dal sole trasformando acque reflue o marine in idrogeno verde, di riciclare le emissioni di CO2 producendo combustibili sintetici.

Attraverso il calore dissipato da un pannello fotovoltaico si ottiene acqua distillata e potabile, mentre intanto questo pannello incamera energia elettrica in modo ancora più efficiente, grazie all’azione di raffreddamento garantita dall’acqua. Il surplus energetico che non trova un utilizzatore diretto viene quindi convertito in idrogeno grazie a una cella elettrochimica inegrata. Questa cella è in grado di trasformare acqua satura di anidride carbonica in Syngas, una miscela di idrogeno e di monossido di carbonio che viene trasformata in combustibile sintetico.

 

Le potenzialità della New Artificial Leaf

Questa nuova tecnologia prospetta un cambio di paradigma nel mondo dell’energia. In particolare sarebbe un grande vantaggio per quanto concerne il mondo dei trasporti. A essere rivoluzionario è l’approccio decentralizzato. Con la foglia artificiale si può produrre energia senza connessione alla rete o senza utilizzare batterie, anche dove prima era impensabile. Questo è fondamentale nell’ottica di una svolta carbon free basata sull’utilizzo dell’idrogeno verde. Questa tecnologia permetterebbe infatti di produrre idrogeno verde in loco, anche e soprattutto dove non ci sono infrastrutture apposite per la sua distribuzione.

 

Il team dietro la nuova foglia artificiale

La prima intuizione l’ha avuta Alessandro Monticelli, ingegnere e supply chain manager di una grande multinazionale statunitense. Ha studiato i combustibili alternativi, approfondendo i meccanismi della fotosintesi artificiali presso l’University of Illinois a Chicago, in collaborazione con il Politecnico di Torino. Insieme a lui, Marta Pisani, co-fondatore, responsabile della gestione amministrativa del progetto, nonché ideatrice del marchio. Fondamentale anche il contributo di Simelys Hernández, docente del Politecnico di Torino, specializzato in progetti di produzione dell’idrogeno e di riduzione di CO2.
A loro si sono uniti anche Matteo Morciano, post-doc in Ingegneria Energetica al Politecnico di Torino. Noemi Figliolini, Financial Planning and Analysis Executive e due advisor, Andrea Mingolla e Laura De Lorenzis.

 

Il futuro della New Artificial Leaf

Il progetto è stato già presentato con successo durante grandi eventi di settore. Un prototipo in scala della nuova foglia artificiale dovrebbe essere pronto entro un anno, entro due anni potremmo avere già quello definitivo. La sua industrializzazione è prevista entro il 2025. Snam, una delle maggiori società di infrastrutture energetiche al mondo, ha dimostrato di credere molto all’avvenire di questo progetto, investendo 60.000 euro per verificare la concretezza dell’idea della startup, validata dai laboratori del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologica del Politecnico di Torino. Non solo, Snam, ma anche Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital e Plug and Play hanno deciso di investire in questo progetto, a cui in tanti oggi guardano con crescente fiducia.

 

Photo Credits:
Foto di akitada31 per Pixabay

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.